venerdì 19 novembre 2010
Su Domus Wew " Quando ritornano...arte al sud un articolo di Gabi Scardi sulla manifestazione A cielo Aperto
http://www.domusweb.it/art/article.cfm?id=278716
giovedì 18 novembre 2010
lunedì 4 ottobre 2010
mercoledì 15 settembre 2010
Il video ZEFIRO nella mostra internazionale che parte dalla Grecia per arrivare in Russia e in Cina "ΠΑΙ THE EON IS A CHILD PLAYING"
“Al principio fu Baratro, poi Terra dal grande seno, di tutti sicura dimora per sempre, ed Eros bellissimo tra gli dei immortali, il quale fiacca le membra, e a tutti gli Dei e a tutti gli uomini doma nel petto il pensiero e il saggio consiglio” Esiodo, Teogonia 116- 53
ZEFIRO, 2010
Video colore e suono 3’
created by Elisa Laraia
interpreter and musician Zefiro Pepe Laraia
sound engineer Canio Pepe
camera Monica Nicastro
production Orfeo Hotel contemporary art project
Sinossi
Uno spazio bianco ospita un bambino, Zefiro, che nel video percorre una strada simbolica, quella della vita. In una dimensione onirica, nasce la necessità di trasferire al futuro il presente, gli oggetti tecnologici del contemporaneo si trasformano in mezzi di creazione, il bambino è inizio e fine. Le prove che deve affrontare, dal doloroso distacco dalla madre al viaggio attraverso la vita, servono a rafforzare e far nascere la propria coscienza e conoscenza, fino alla sintesi dell’ Io col Sé, nella scoperta della sua irripetibile individualità.
ΠΑΙ
THE EON IS A CHILD PLAYING
Mostra itinerante in Grecia: Alexandropolis, Isola di Samothrace, Atene, Russia, Cina
18 MAGGIO – 27 SETTEMBRE 2010
L'Unione delle Associazioni Culturali di Evros è un'istituzione culturale e senza scopo di lucro che rappresenta 110 associazioni culturali attive nell'area della Macedonia orientale e Tracia che si trova al confine tra la Turchia e la Bulgaria. Nel contesto dell’anno della Biodiversità, dichiarato dall’ONU nel 2010, EPOFE ha programmato una serie di eventi culturali, nella prefettura di Evros, includendo nel campo di azioni culturali, la sacra isola di Samothrace, come punto di convergenza di molte culture, di filosofie e di religioni.
Il tema di quest’anno è “ΠΑΙ The eon is a child playing/L’eternità è un bambino che gioca”, che vede partecipi in questa grande esposizione itinerante, artisti da tutto il mondo con la mission di rievocare l’archetipo del fanciullo in una dimensione spirituale ed intellettuale. Le opere degli artisti in mostra entreranno a far parte della collezione permanente della Pinacoteca di E.PO.FE a Samothrace e ad Alexandroupolis.
La mostra parte dal Museo di Scienze Naturali di Alexandropolis (18 maggio), prosegue per l’Isola di Samothrace, presso la Pinacoteca della città (22 agosto) e infine, sarà allestita ad Atene (1 settembre) presso la Technopolis del Municipio di Atene, dove sarà inclusa la grande mostra Athens Art 2010 curata da Takis Alexiou e al CA4S con il patrocinio del Ministero della Cultura in Grecia. La mostra proseguirà nel 2011 in Russia e nel 2012 in Cina.
Pittura, installazione, fotografia e tecniche miste, video arte, sono le discipline trattate dagli artisti in mostra, selezionati da tre curatori internazionali: Dores Sacquegna, della Primo Piano LivinGallery di Lecce, Italia, Polyxene Kasda (Grecia) artista, curatrice e studiosa del mito, Pierre Chirouze, direttore dell’Associazione Culturale K-droz di Parigi, Francia.
Durante l’opening a Samothrace un gruppo di bambini greci, tra i due e i sette anni, realizzeranno una installazione collettiva dedicata al ritorno delle Cicogne, indice della fertilità e salute dell’ecosistema. In mostra le opere di: Achilleas Papantoniou; Odysseas Papantoniou; Joziana Papada, Jason Angelou, Dora Riga, Antonis Panayotis Lampeas e Ayshe-Mira Yashin.
In contemporanea eventi e mostre dedicate al tema PAI all’Isola Patmos (a cura di M. Pesmazoglou) e a Thebes (a cura di Constantin Angelou).
ARTISTI INVITATI: Eozen Agopian (Grecia);Takis Alexiou (Grecia);Hakan Akcura (Stoccolma); Giovanni Alfonsetti (Italia); Constantin Angelou (Grecia);Mirek Antoniewicz (Polonia), Caterina Arcuri (Italia); Marea Atkinson (Australia);Aleph Boys (Puerto Rico), Dimitra Bourouliti (Grecia); Esther Burger (Olanda); Mandra Cerrone (italia);
Marina Comandini Pazienza (Italia); Daria Cornea (Romania); Giselle Diaz Campagna (Puerto Rico); Filli Cusenza(italia); Silvia De Gennaro (italia); Dellavilla (Francia); Danilo De Mitri (Italia); Giulio De Mitri (italia); Irene Domingez (Francia); Alexis Duque (Colombia); Mahnaz Dustikhah (Francia); Piero Ferroglia (Italia); Fosca (italia);Marie-Pierre Legrand (Francia); Cinzia Fresia (Italia); Polyxene Kasda (Grecia); Hilda Kelekian (Libano);
Lena Kelekian (Libano);Hagop Sulahian (Libano); Angelika Korovessi (Grecia); Barbara Lichtman (Usa); Maria Luisa Imperiali (Italia); Elisa Laraia (Italia);Margherita Levo Rosenberg (Italia); Pam Longobardi (Usa); Dario Manco (Italia); Andrea Mattiello (Italia); JB Michaux (Francia) ; Miron Milio (Croazia), Katerina Mourati (Grecia); Juan Negroni (Puerto Rico); Antonis Papantoniou/Vim Viva (Grecia); Maria Pesmazoglou (Grecia); Kevin Samiento Navarro (Colombia); Gio Sciello (italia); Angela Spoerl (Germania); Dimitris Strouzakis (Grecia); Hagop Sulahian (Libano); Georges Syrakis (Grecia); Vera Tataro (Repubblica Ceca); Dev Udaiyan (India); Masaki Yada (Uk); Eva Vereeva (Latvia);Virginia Videa (Romania); Marilena Vita (italia); Xene (Grecia);Marjolein Wortmann (Germania); Gheorghe Zaharia (Romania).
ΠΑΙ The eon is a child playing – Testo di Dores Sacquegna
L’eternità è rappresentata dal fanciullo con il cerchio dello zodiaco (o un serpente) avvolto intorno al corpo. Eraclito, il filosofo greco scrisse a questo proposito:”Aiòn è un bambino che gioca con le tessere di una scacchiera: di un bambino è il regno del mondo".
La parola greca PAI, significa letteralmente “Bambino”. Questa parola è scritta su diversi testi sacri nel Museo di Samothrace. E proprio qui, dove anticamente tutto è nato secoli fa, avviene oggi, questa straordinaria esposizione che raccoglie le testimonianze artistiche di artisti ed intellettuali contemporanei.
Eternità, nascita, spiritualità, archetipo, gioco, viaggio, memoria, nelle opere presenti in mostra.
Sulla nascita, verte la ricerca di Andrea Mattiello e Caterina Arcuri. Il primo, realizza una serie di feti in una installazione composta da 16 tele, mentre la seconda, con la fotografia, mette in evidenza la placenta, l’organo deputato e di scambio tra la madre e il feto.
Sull’”archetipo del fanciullo”, l’opera pittorica di Gio Sciello, la scultura in bronzo “Fanciulla-Dea” di Giovanni Alfonsetti e “ Il guerriero” nella scultura polimaterica di Giorgio Carluccio.
“Matrix Natura”, il fanciullo che nasce dal fiore di loto, intessuto a mano da Filli Cusenza.
Sulla spiritualità dell’angelo-bambino, le opere fotografiche di Dario Manco e Giulio De Mitri. Il primo, pone l’accento sul bianco, sulla luce che tutto irradia e amplifica. Il secondo, si proietta sul viaggio..in una sorta di “cartoline dal mondo” in cui l’angelo-bambina, risponde alle lettere ricevute,immergendole nell’acqua che rappresenta il mare, veicolo di conoscenza e di memoria.
Sul viaggio in oniriche dimensioni, il video “Zefiro” di Elisa Laraia, dove in uno spazio bianco, Zefiro, percorre la strada simbolica della vita. In una dimensione onirica, nasce la necessità di trasferire al futuro il presente, gli oggetti tecnologici del contemporaneo si trasformano in mezzi di creazione, il bambino è inizio e fine.
Nell’opera fotografica “Marta” di Cinzia Fresia, l’artista rappresenta la meraviglia dei bambini.
Sull’ ibridazione tra reale e virtuale, l’opera fotografica di Danilo De Mitri, che rappresenta la mitografia dei giovani ragazzi contemporanei nell’auto-immedesimarsi nei ruoli degli eroi del fumetto o della fantascienza.
“Puer Aeternus” è lo stato di crisalide profetizzato da Jung. Il bozzolo da cui nasce la vita della farfalla. Fosca, interpreta il concetto con un bambino che ha tra le mani la luce. Stato di grazia che emerge dal buio.
La “Scatola del sogno infranto” è il titolo dell’installazione fotografica di Silvia De Gennaro che come in un gioco optical di specchi si apre ai ricordi e alle fantasie dei ragazzi che hanno perso la possibilità di giocare o di vivere quel sogno o quella realtà. Un’opera triste ma che fa ragionare su più livelli sociali.
“Il fanciullo che c’è in te” nell’opera fotografica in doppia riflessione di Mandra Cerrone e Marilena Vita con “The Kingdom’s mine”.
“Facendo le capriole” è il titolo dell’installazione di Margherita Levo Rosenberg, che è ispirato al gioco che tutti i bambini conoscono e a cui piace osservare il mondo capovolto. Attratta dalla trasparenza del vetro, del silicone e dalle pellicole radiografiche, l’artista crea delle spettacolari installazioni che investigano la complessità delle lingue e che analizzano la relazione fra pensiero, verbo, azione ed emozione.
Nella scultura polimaterica “Give me food for my brain”, di Maria Luisa Imperiali, troviamo un corpo in mutazione continua, capace di scappare al cannibalismo visuale che caratterizza la società contemporanea.
Sulla nostalgia e i ricordi delle cose perdute, l’opera pittorica di Masaki Yada.
Sul rapporto tra uomo e natura, sui materiali artefatti della cultura di massa e della plastica tossica che viaggia nei mari, l’installazione dedicata alla “Nike di Samothrace” di Pam Longobardi.
Il “Bambino di Samothrace”, nell’accattivante illustrazione di Marina Comandini, moglie dell’indimenticato Andrea Pazienza.
Sull’ infinito l’opera dell’artista Antonis Papantoniou / VimViva,sull’interpretazione di PAI l’opera di Dev Udaiyan, sul rapporto tra uomo e natura l’opera di Barbara Lichtman.
Il bambino del futuro con Mirek Antoniewicz, sull’equilibrio, la scultura di Angelika Korovessi, sul rapporto tra natura, ecosistema e globalizzazione, la scultura polimaterica e il totem “Doodling” di Polyxene Kasda.
Sulla vita sulla terra l’installazione pittorica di Piero Ferroglia e sull’universo l’opera di Marea Atkinson.
La tematica dell’ecosistema si amplifica con la presenza dei video artisti Hakan Akcura, Giselle Diaz Campagna, Aleph Boys, interessante anche l’opera di Constantin Angelou, più sublimati i disegni di Eozen Agopian,
Marie-Pierre Legrand, Mahnaz Dustikhah, Vera Tataro, Dellavilla. Fortemente simbolico il totem di Gheorghe Zaharia. Sulle Cicogne le opere di Virginia Videa, e sui giochi dei ragazzi le opere di Dimitra Bourouliti, Miron Milio. Poetica ed evocativa l’opera di Esther Burger, più spirituale l’opera di Marjolein Wortmann, enigmatica l’opera di Georges Syrakis.
mercoledì 11 agosto 2010
The Future of the Country
18 Agosto 2010
Progetto A cielo aperto
Latronico
www.vincenzodeluca.org
The Future of the Country, 2010 Elisa Laraia
Video colore suono, 8’54’’
Frame da video
The Future of the Country
È un’opera concepita ad hoc per il progetto “A Cielo Aperto”, Elisa Laraia lavora dal 1999 sul concetto di identità e di memoria che ha sviluppato in questa opera in stretta relazione con il territorio e con le identità che lo vivono. L’artista, trascorso un periodo a Latronico, è entrata in contatto con i cittadini ai quali ha chiesto di raccontare un segreto che le consentisse di creare un ritratto profondo del luogo. L’intimismo delle parole e degli sguardi catturati si fondono con la necessità insita nella ricerca di Elisa Laraia di trasferire nel pubblico il proprio privato attraverso quello della collettività. Si intrecciano ancora una volta il vissuto dell’artista con quello del mondo, una grande video proiezione su uno dei palazzi storici della piazza di Latronico è il mezzo proprio della Public art per creare relazioni in una contemporaneità che cerca il dialogo ma che sempre più spesso si congela in rapporti di conoscenza solo apparenti. The Future of the Country è un altro tassello del progetto dell’artista che intende mappare il mondo creando un nuovo archivio antropologico della società del XXI secolo.
“Nel futuro vedo lo specchio del mio passato
nel futuro guardo il mio volto di anziano ed immagino il mio volto da bambino
nel futuro grido la certezza di pietre che rimangono al loro posto e l’incertezza di sentimenti lacerati
emozioni incomplete
nel passato vedo lo specchio del nostro futuro
vedo l’interno del mio corpo crescere e le mura di questa casa divorarsi
nel futuro vedo un segreto del passato.”
Progetto A cielo aperto
Latronico
www.vincenzodeluca.org
The Future of the Country, 2010 Elisa Laraia
Video colore suono, 8’54’’
Frame da video
The Future of the Country
È un’opera concepita ad hoc per il progetto “A Cielo Aperto”, Elisa Laraia lavora dal 1999 sul concetto di identità e di memoria che ha sviluppato in questa opera in stretta relazione con il territorio e con le identità che lo vivono. L’artista, trascorso un periodo a Latronico, è entrata in contatto con i cittadini ai quali ha chiesto di raccontare un segreto che le consentisse di creare un ritratto profondo del luogo. L’intimismo delle parole e degli sguardi catturati si fondono con la necessità insita nella ricerca di Elisa Laraia di trasferire nel pubblico il proprio privato attraverso quello della collettività. Si intrecciano ancora una volta il vissuto dell’artista con quello del mondo, una grande video proiezione su uno dei palazzi storici della piazza di Latronico è il mezzo proprio della Public art per creare relazioni in una contemporaneità che cerca il dialogo ma che sempre più spesso si congela in rapporti di conoscenza solo apparenti. The Future of the Country è un altro tassello del progetto dell’artista che intende mappare il mondo creando un nuovo archivio antropologico della società del XXI secolo.
“Nel futuro vedo lo specchio del mio passato
nel futuro guardo il mio volto di anziano ed immagino il mio volto da bambino
nel futuro grido la certezza di pietre che rimangono al loro posto e l’incertezza di sentimenti lacerati
emozioni incomplete
nel passato vedo lo specchio del nostro futuro
vedo l’interno del mio corpo crescere e le mura di questa casa divorarsi
nel futuro vedo un segreto del passato.”
lunedì 8 febbraio 2010
venerdì 29 gennaio 2010
Festival Al Femminile Premio Cecilia Salvia 28/31 gennaio 2010 More Memory di Elisa Laraia
More Memory
Teatro F. Stabile, Sala degli Specchi
29-31 gennaio 2010
Concept
More Memory, una scritta al neon illumina di rosso uno dei palchetti del Teatro «Francesco Stabile», teca immaginaria che racchiude memorie private e pubbliche.
Nella Sala degli Specchi, 5 teche contengono elementi della memoria femminile, come uno specchio, dal quale vengono coinvolti i fruitori,immaginati nel gioco del dentro/fuori, e quindi nell’enigma, motore di ogni esperienza dinamica, dell’inclusione/esclusione.
L’identità e la memoria, immaginate nel loro farsi, nel loro costante modificarsi, implicano il concetto di crescita, ma anche quello di perdita.
La memoria, infatti, nel suo gioco di ricordi e dimenticanze costruisce un puzzle delle nostre vite, in cui ciascuno può cercare la tesseramancante, quella che potrebbe ridare senso al tutto dell’esperienza, per bloccare la vita in
immagini e sensazioni che emblematicamente la rappresentino.
La riflessione sul trascorrere del tempo come costruzione dell’identità nello spazio
dell’esperienza, riconduce ad un tempo “proprio” che può riassumere linearità e
continuità solo attraverso oggetti-ricordi. Questa riflessione abbraccia il passato, ma anche il futuro, facendosi consapevolezza della perdita, e paura della perdita.
Ecco allora l’idea di catturare i ricordi, di imprigionare gli oggetti, quelli che possono potenziare il potere della memoria, in uno spazio simbolico che li contenga e li conservi,sottraendoli al suo gioco ambiguo, teche
polisemantiche, che costruiscono una wunderkammer.
Tower to Tower per la Torre di Asian a Bologna 29 gennaio 2010 Arte Fiera Off
Tower to Tower – video di Elisa Laraia
Concept
Elisa Laraia fonda la sua ricerca artistica sull’identità e sulla memoria, immaginate nel loro farsi, nel loro costante modificarsi, che implicano il concetto di perdita e di crescita. La memoria, infatti, nel suo gioco di ricordi e dimenticanze costruisce un puzzle delle nostre vite, un racconto fatto di frammenti che si cercano per ricomporsi in un unicum. Ciascuno può cercare la tessera mancante, la tessera del proprio
racconto, quella che potrebbe ridare senso al tutto dell’esperienza, bloccando la vita in immagini e sboccandola nelle sensazioni e nelle emozioni che le immagini stesse rimettono in movimento.
Questo percorso comprende nel suo orizzonte luoghi simbolici: il cielo con la sua profondità, la torre con la sua pretesa di radicarvisi dentro. L’immaginazione scala realmente/virtualmente torri possibili/impossibili. Sensazioni verticali: raggiungere un limite, superare un limite, andare oltre. Il cielo è quello di ogni possibile avventura. Inquietudine, desiderio di nuove esperienze, ricerca di utopie. Ecco la Torre, sull’orizzonte di un universo in progress. Lasciarsi andare, poi, dentro il suo ventre lattiginoso, verso una nuova vita, dove si rinasce uomini/avatar e donne/avatar accresciuti dal viaggio.
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